Inclusione digitale

appunti per la discussione  

e raccomandazioni

L’inclusione digitale è al centro dei temi posti della transizione digitale in corso.

Lo Stato Italiano ha da tempo riconosciuto il diritto alla piena cittadinanza digitale di tutti i cittadini (Codice della Amministrazione Digitale- CAD) e la necessità di una politica attiva per l'inclusione digitale (vedi la Strategia Nazionale per le competenze digitali” , ed il conseguente "Piano Operativo")  ma alle affermazioni di principio ed alle  enunciazioni di impegni non sono seguiti finora azioni e risultati soddisfacenti. Anche il le azioni previste nel PNRR sono occasioni mancate sia per l'insufficienza degli stanziamenti che per l'eccessivo burocraticismo dell'impostazione.

Vogliamo impegnarci per rendere il tema dell'inclusione digitale  centrale nella agenda degli impegni della politica, per rafforzare e dare più efficacia alle iniziative di alfabetizzazione digitale, per rendere i servizi digitali pubblici più semplici, accessibili, inclusivi.

Lo vogliamo fare raccogliendo le iniziative e le esperienze più significative, facendole conoscere, mettendo a fuoco criticità e fattori di successo, elaborando proposte e raccomandazioni rivolte ai decisori politici.

Di seguito sono raccolte le nostre raccomandazioni sull'Alfabetizzazione digitale e sulla Facilità d'uso dei servizi on line.

I contenuti proposti di seguito sono da considerarsi “aperti” ad ulteriori contributi. Sono quindi anche resi disponibili in google.doc con diritto di commento e proposte di modifica/integrazione da parte di chiunque.

Riflessioni sul tema dell’inclusione digitale, ulteriori documenti di contributo, possono  essere proposte al gruppo di di lavoro  tramite mail indirizzata a  gruppoded@googlegroups.com o tramite  whatsapp nella chat democrazia/etica/digitale facendo esplicito riferimento al tema dell’inclusione digitale. I contributi pervenuti saranno alla base delle successive versioni dei documenti di approfondimento a cura del gruppo di lavoro.

Raccomandazioni per l'Alfabetizzazione digitale

La complessità che accompagna l’utilizzo degli strumenti e dei servizi digitali non sta solo nell’usare il Web, i social, i servizi on line ma anche nell’orientarsi in un universo sconfinato, complesso e pervasivo; nel far fronte al sovraccarico informativo; nel valutare l’attendibilità e il valore delle informazioni; nello scegliere le risorse migliori e utilizzarle in modo ragionevole e consapevole per lo studio, il lavoro e la partecipazione politica. 

Vogliamo assicurare a tutti i cittadini il set minimo di competenze e conoscenze necessarie per potere utilizzare i servizi digitali  e la consapevolezza  dei rischi individuali e collettivi connessi alla cessione dei dati personali, al possibile uso distorto e fraudolento dei servizi proposti, alla manipolazione informativa.  

L’ampiezza dell’impegno, ad oggi oltre la metà dei cittadini italiani (54%) non dispone di competenze digitali di base, richiede che tutti i soggetti che devono, vogliono o possono essere coinvolti: gli enti locali e il sistema scolastico, le aziende, le stesse organizzazione sindacali, le strutture pubbliche e private impegnate nel collocamento, le associazioni, il volontariato, le parrocchie (oratori), siano attivi anche attraverso lo scambio di esperienze, l'individuazione delle migliori pratiche e la partecipazione alla governance globale.

Lo Stato deve impegnarsi in questo attraverso la messa a disposizione delle risorse economiche e strumentali  necessarie e soprattutto sostenendo l’impegno attivo della società civile a partire dal terzo settore.


Il programma deve essere sostenuta da finanziamenti pubblici ma realizzato da istituzioni educative  e di formazione pubbliche e private impegnando studenti universitari e della scuola superiore e cittadini volenterosi con esperienza e conoscenze adeguate. La definizione e i contenuti di questi corsi potranno essere definiti  tramite coinvolgimento delle organizzazioni competenti (ad es CNR, MIUR, scuole).


Sistematizzare le azioni, stimando i bisogni, dimensionando le azioni,  monitorando i risultati raggiunti.


Ottimizzare l’efficacia dell’azione attraverso corsi TTT (Teach The Teacher) mirati a chi dovrà poi svolgere l’azione di supporto e educazione sul territorio (ad esempio gli operatori di CAF e sportellisti delle Poste Italiane). 


Predisporre luoghi fisici permanenti di incontro, in particolare nelle aree soggette a digital divide e nelle aree a maggiore disagio economico, aperti a cittadini e loro associazioni, adeguatamente attrezzati con accessi gratuiti alla rete e strumentazione di comunicazione ed elaborazione, per favorire l’incontro  tra i cittadini ie e svolgere le attività di formazione, assistenza e supporto digitale.


Prevedere luoghi e  strumenti di assistenza e accompagnamento all’uso dei servizi digitali, in carico a soggetti di intermediazione certificati e controllati,  anche attraverso il coinvolgimento volontario di studenti e cittadini esperti di materia


Fornire alle persone digitalmente fragili l’accesso ai CAF senza oneri. I CAF sono un esempio di successo di struttura territoriale di supporto per persone fragili. Le loro funzioni vanno estese per aiutare i fragili ad accedere ai servizi digitali che li riguardano e contemporaneamente instradare gli utenti verso un uso autonomo, fornendo in primis educazione digitale tramite affiancamento. 


Prevedere la co-programmazione, la co-progettazione e il coinvolgimento diretto nella gestione di servizi  degli Enti del Terzo Settore, dei soggetti  ampiamente legittimati a individuare bisogni e necessità delle comunità locali.


Legare l’uso dello strumento ad incentivi funzionali:  la possibilità di relazione  a distanza con il proprio medico, il controllo delle bollette,  la socializzazione, ecc.


Organizzare la raccolta di dati ed informazioni sulle esperienze in corso e sui loro risultati. Fare circolare la conoscenza attraverso contatti, incontri e comitati in grado di formulare sintesi di quali siano le pratiche migliori attualmente adottate, e sulla base di queste formulare le politiche, programmi ed azioni.

Raccomandazioni per la Facilità d’uso dei servizi pubblici on line

Nonostante esistano per l’amministrazione pubblica regole consolidate per assicurare adeguati standard di accessibilità, qualità ed usabilità dei servizi  digitali (interfacce utente, facilità nell’uso, completezza e efficacia etc)  sono molti i servizi pubblici on line che non sono adeguati  o perché non rispettano le regole date o perché anche il rispetto formale delle regole non assicura il risultato finale.

Riteniamo che le amministrazioni pubbliche devono ricercare  sistematicamente e continuativamente il miglioramento dei servizi digitali attraverso il sistematico coinvolgimento dei cittadini/utenti. 

I cittadini organizzati a livello civile, sindacale e politico  (partiti, sindacati, associazioni del terzo settore) , possono e debbano rivendicare la qualità dei servizi anche organizzandosi per  segnalare alle amministrazioni i casi di insufficienza del servizio.


Progettare il servizio partendo dal cittadino/utente  non dalle norme e dai regolamenti interni. Per farlo  coinvolgere in modo attivo i cittadini nel disegno dei servizi,  nel testing e nella verifica della qualità dei servizi on line


Non chiedere più volte gli stessi dati solo perché codificati in modo diverso (es. CF e dati anagrafici). Non chiedere dati già in possesso alla pubblica amministrazione: "Le amministrazioni pubbliche e i gestori di servizi pubblici non possono richiedere o accettare atti o certificati contenenti informazioni già in possesso di un’altra amministrazione" http://bit.ly/3Y3pVbN


Prevedere la collaborazione sistematica degli utenti a cui è destinato il servizio (un campione selezionato dei destinatari del servizio) nella progettazione dei servizi digitali, assieme ai committenti (amministrazioni) ed ai tecnici ed operatori incaricati della realizzazione e gestione del servizio;


Attuare il miglioramento dei servizi pubblici on line (interfacce utente, facilità nell’uso, completezza e efficacia etc) utilizzando sistematicamente e continuativamente gruppi organizzati di utenti nella valutazione e testing; l’amministrazione responsabile del servizio dovrebbe selezionare in modo pubblico e trasparente gruppi di utenti su base volontaria, per la valutazione ed il testing sistematico di ogni singolo servizio on line pubblicato.


Attivare,  per tutta la vita del servizio, la raccolta sistematica delle osservazioni d’uso da parte dei cittadini, intervenendo con continuità nel miglioramento del servizio. 


La tecnologia dello smartphone è nelle tasche di tutti, incluse quelle delle persone fragili o di chi le assiste. La maggior parte dei servizi è accessibile tramite app che costituiscono nel loro insieme un paradigma di interfaccia uomo macchina ben nota e utilizzata anche dai fragili come parte della loro esperienza quotidiana. Valga per tutti l’esempio di Whatsapp. L’uso della biometria (riconoscimento facciale e impronte digitale) e dell’autenticazione a due fattori consente di ovviare in buona parte ai problemi indotti del riconoscimento dell’identità personale e delle credenziali di accesso. Laddove sia possibile l’uso dello smartphone è quindi preferibile rispetto a quello del PC


Prevedere per un periodo adeguato sportelli fisici e assistenza telefonica per chi, per ragioni di età e di impossibilità concreta, non può fruire dei servizi digitali disintermediati per evitare che la transizione dai servizi tradizionali si trasformi in esclusione netta e senza appello.


Costituire a livello regionale di un osservatorio dei servizi pubblici formato con risorse esterne alla PA (es. cittadini, esperti di settori, docenti, rappresentati di associazioni, ecc.) attrezzati per raccogliere in modo sistematico e mettere a disposizione di tutti dati ed informazioni finalizzati  alla valutazione puntuale dei singoli servizi e complessiva dello stato di attuazione della digitalizzazione rispetto alle esigenze espresse dal territorio.



Approfondimento sulle iniziative pubbliche 

I limiti delle azioni in corso 

Con il Codice dell’Amministrazione Digitale (d.lgs. 82/2005 – CAD) lo Stato ha riconosciuto il diritto di cittadinanza digitale per tutti i cittadini; si è impegnato a promuovere  iniziative volte a favorire l'alfabetizzazione informatica dei cittadini con particolare riguardo alle categorie a rischio di esclusione” (art. 8) ed “a favorire ogni forma di uso delle nuove tecnologie per promuovere una maggiore partecipazione dei cittadini... al processo democratico e per facilitare l'esercizio dei diritti politici e civili sia individuali che collettivi (art. 9);  ed ha obbligato le pubbliche amministrazioni allo sviluppo dell'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, “sulla base di una preventiva analisi delle reali esigenze dei cittadini e delle imprese, anche utilizzando strumenti per la valutazione del grado di soddisfazione degli utenti” (art. 7).

In questi anni non sono mancati gli interventi finalizzati alla digitalizzazione del rapporto della PA con i cittadini. Esempi sono: il piano per banda larga e ultralarga su tutto il territorio nazionale, la identita digitale (Spid) per i servizi on line, l’anagrafe unica nazionale della popolazione (ANPR), il sistema dei pagamenti elettronici per i servizi della Pubblica Amministrazione (pagoPA), l’app dei servizi pubblici (App IO), il Fascicolo Sanitario elettronico (FSE). Altri componenti sono in fase di realizzazione quali ad esempio: la Piattaforma per la notificazione digitale degli atti della pubblica amministrazione, l’adozione del paradigma Mobility as a Service (MaaS) nelle aree metropolitane, con l’obiettivo di digitalizzare il trasporto locale; la predisposizione di una piattaforma nazionale e di piattaforme regionali per la telemedicina.

Se il giudizio e la valutazione sull'azione complessiva del Governo, delle Regioni e delle Amministrazioni Pubbliche presenta chiari e scuri, sono innegabili gli sforzi ed alcuni importanti risultati raggiunti come anche le perplessità sulla adeguatezza ed efficacia di molte soluzioni proposte, la trasformazione digitale della PA ha contributo alla riproduzione del divario digitale tra cittadini, tra chi ha accesso alla rete e chi no e tra che ha competenze informatiche adeguate e chi no.

Il Governo, anche su spinta della Unione Europea, ha riconosciuto la necessità di intervenire. il 17 dicembre 2019, il Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione del Paese  ha presentato l’iniziativa «Repubblica Digitale», fondata sulla considerazione che la trasformazione digitale del Paese non può prescindere dalla contestuale crescita e diffusione della cultura digitale. 

Nel primo trimestre  2020 è stata presentata la  “Strategia Nazionale per le competenze digitali” ed il Piano Operativo correlato, (rivisitato a ottobre 2022) ed istituito un Comitato Guida interministeriale, supportato da organizzazioni pubblico-private.

Ma al riconoscimento dell’importanza dell’inclusione digitale non sono seguiti finora impegni e risultati soddisfacenti.

Da anni Governo e Regioni, con il contributo finanziario importante della Unione Europea, sono impegnati per la copertura di rete ma ad oggi importanti parti del territorio nazionale sono escluse e le date di disponibilità del servizio continuano ad essere spostate nel tempo.

Il tema della competenze digitali di base (alfabetizzazione digitale) è uno dei quattro assi della “Strategia Nazionale per le Competenze Digitali” predisposta dal Governo nel 2020, ma ad oggi la gran parte delle azioni indicate dal Piano Operativo, pur interessanti per contenuti ed articolazione, non sono state nemmeno avviate. Praticamente tutti gli obiettivi sono inattuati.

Il PNRR ha previsto due azioni specifiche sul tema: il Servizio Civile Digitale e la Rete di Facilitazione dei Servizi Digitali ma le risorse impegnate (meno di 200 milioni distribuiti in tre anni) sono irrisorie rispetto al bisogno, ed i risultati attesi rischiano di essere compromessi da un eccesso di burocratismo. (Vedi il successivo riquadro "Gli interventi del PNRR")

Nel ritardo di una efficace azione pubblica il mondo privato, aziende e sindacati ma soprattutto l’associazionismo, si sono mossi con numerose iniziative ma l’assenza di coordinamento e cooperazione rende incerta la loro efficacia e limita i risultati raggiunti.

Per le persone affette da disabilità fisica il legislatore ha indicato da tempo i criteri di accessibilità ai siti ed ai servizi on line, vincolanti per le amministrazioni pubbliche, raccomandati per i privati. Ma molto siti e servizi anche pubblici sono lontani dal garantire interfacce accessibili a tutti.

I servizi on line della pubblica amministrazione sono cresciuti in numero e qualità, ciò nonostante sono molti i siti di servizi pubblici inadeguati, inutilmente complessi e macchinosi, non orientati all’utilizzatore, privi di qualsiasi forma di assistenza e supporto agli utenti. Ciò risulta particolarmente grave e inaccettabile nel caso di servizi pubblici universali, il cui accesso ed utilizzo deve essere garantito a tutti i cittadini, soprattutto negli ambiti importanti per le fasce più deboli della popolazione, ad esempio la salute.

Una importante azione formativa all’uso del digitale è stata svolta da servizi digitali messi a disposizione dai privati particolarmente orientati all’utente sia nella logica procedurale che nell’interfaccia utente. Gli stessi si sono dimostrati però critici per gli aspetti relativi alla appropriazione dei dati degli utenti e al possibile uso distorto e manipolativo delle informazioni. Al di la dell’azione normativa promossa dalla UE (in particolare con il GDPR: Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati ed il DSA, Digital Service Act, Regolamento dei Servizi Digitali) rimane alta la necessità di azioni per diffondere in tutti gli utilizzatori dei servizi on line la consapevolezza dei rischi individuali e collettivi connessi all’appropriazione ed uso improprio dei dati personali e alla manipolazione informativa.

La Regione Piemonte ha approvato con D.G.R. n. 62-6055 del 25.11.2022 come ipotesi di accordo con il DTD (Dipartimento per la Trasformazione Digitale) il Piano operativo regionale. La delibera contempla l’impegno della Regione Piemonte ad approvare e pubblicare, entro un mese dalla sottoscrizione dell’Accordo, un bando non competitivo rivolto ai comuni capoluogo di provincia, alle aree interne, alle nuove Strategie Urbane d’Area (S.U.A.) ed alle ulteriori aggregazioni spontanee tra comuni (cosiddetti soggetti sub attuatori) al fine di acquisire i progetti da finanziare. Ad oggi non risulta traccia del bando ma soprattutto non è dato sapere come si pensa di coincolgere i tanti soggetti, soprattutto asscoiazione, già da tempoa attive sul tema della alfabetizzazione digitale.  (Vedi il successivo riquadro "La Regione Piemonte e la Rete di servizi di facilitazione digitale")

Gli interventi del PNRR

Con il PNRR sono state individuate e finanziate due azioni specificatamente rivolte all’alfabetizzazione digitale:

Servizio civile digitale

L’impegno finanziario previsto è pari a 60 mln. di euro a carico dei fondi Pnrr nel quadriennio 2021-2024. L'obiettivo di questo intervento è ridurre la quota di popolazione attualmente a rischio di esclusione digitale, lanciando l'iniziativa “Servizio civile digitale”, cioè la realizzazione di una rete di 9.700 giovani volontari, per fornire, entro il 2025, a circa 1 milione di persone maggiori competenze digitali, mediante attività di “facilitazione digitale” e di “educazione digitale” sviluppate su 900 progetti.

Il progetto in esame prevede che i giovani operatori volontari, adeguatamente formati, operino sul territorio, per accogliere e guidare coloro che hanno bisogno di supporto nell’utilizzo delle tecnologie, assumendo il ruolo di “facilitatori digitali”. 

La finalità verrà perseguita attraverso i progetti inseriti negli specifici programmi di intervento, presentati dagli enti iscritti all’albo del Scu (Servizio civile universale) , e articolati su cicli annuali, basati di volta in volta su uno specifico “Programma quadro” definito dal Dipartimento per la trasformazione digitale (Dtd) e dal Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale (Dpgsgu).

Gli obiettivi del Servizio civile digitale sono:

rafforzare le competenze digitali e il capitale culturale degli operatori volontari partecipanti, in particolare le competenze relative alla figura del “facilitatore digitale”, ruolo chiave per la riuscita degli interventi di inclusione digitale;

promuovere lo sviluppo e il potenziamento delle competenze digitali dei cittadini attraverso la proposta di servizi di “facilitazione digitale” e di percorsi educativi;

potenziare le competenze digitali degli Enti del Servizio civile universale, che aderiranno all’iniziativa, attraverso percorsi di capacity building;

sostenere l’inclusione digitale come parte integrante dei servizi di assistenza rivolti alle comunità e a particolari categorie di persone. L’impatto complessivo atteso è la riduzione significativa dell’attuale quota di popolazione a rischio di esclusione digitale.

Rete di servizi di facilitazione digitale

L’importo previsto è di € 135.000.000.  L’intervento, a Capo del Dipartimento per la Trasformazione digitale, mira a ridurre la quota di popolazione attualmente a rischio di esclusione digitale, rafforzando la rete esistente di “centri di facilitazione digitale”. Si prevede, quindi, di innalzare il numero di “centri” dagli attuali 600 a 3.000 (di cui 1.200 nel Mezzogiorno), per supportare l’inclusione digitale di circa 2 milioni di cittadini. I “centri di facilitazione digitale” sono punti di accesso fisici (solitamente situati in biblioteche, scuole e centri sociali), che forniscono ai cittadini formazione, sia di persona che on-line, sulle competenze digitali, al fine di supportare efficacemente la loro inclusione digitale.

Il 21 giugno la Conferenza delle Regioni ha approvato il piano presentato dal Dipartimento per la trasformazione digitale sulla misura 1.7.2.

Con il Decreto del Capo Dipartimento per la trasformazione digitale n. 65 del 24 giugno 2022, si è stabilita  la ripartizione delle risorse finanziarie, dei nodi e target tra le regioni, della tabella sui tempi, Milestone e Target, del format di Accordo e delle linee guida per la definizione del Piano Operativo regionale. 

La Regione Piemonte e la Rete di servizi di facilitazione digitale

Nell’ambito della Rete di Servizi di Facilitazione Digitale alla Regione Piemonte, ente attuatore, sono stati assegnati i target di 160.000 cittadini (T1) e di 240.000 servizi (T2) da raggiungere entro il 31 dicembre 2025 per mezzo della costituzione di 199 nodi/presidi di facilitazione digitale, ed a fronte di un finanziamento di 8.747.616 euro

La Direzione regionale Competitività del Sistema regionale  del Piemonte ha provveduto a predisporre, anche  in contradditorio con il D.T.D. (Dipartimento per la Trasformazione Digitale), il Piano operativo regionale, approvato con D.G.R. n. 62-6055 del 25.11.2022 come ipotesi di accordo con il DTD.

La delibera contempla l’impegno della Regione Piemonte ad approvare e pubblicare, entro un mese dalla sottoscrizione dell’Accordo, un bando non competitivo rivolto ai comuni capoluogo di provincia, alle aree interne, alle nuove Strategie Urbane d’Area (S.U.A.) ed alle ulteriori aggregazioni spontanee tra comuni (cosiddetti soggetti sub attuatori) al fine di acquisire i progetti da finanziare. 

Il Piano operativo regionale prevede quindi che: 

a) formazione one-to-one personalizzata erogata attraverso modalità di facilitazione digitale, tipicamente svolta sulla base della prenotazione del servizio e registrata nel sistema di monitoraggio; 

b) formazione in presenza e online finalizzata allo sviluppo delle competenze digitali dei cittadini, svolta in sincronia dai centri di facilitazione digitale e registrata nel sistema di monitoraggio; 

c) formazione online finalizzata allo sviluppo delle competenze digitali dei cittadini, anche in modalità di autoapprendimento e asincrona ma con iscrizione riportata nel sistema di monitoraggio svolto nell'ambito del catalogo formativo predisposto dalla rete dei servizi di facilitazione digitale; 

Il Piano dei costi annuale riportato nel Piano operativo ripartisce la spesa complessiva prevista nelle seguenti annualità: 

La Regione si è impegnata a perseguire complessivamente la seguente ripartizione tra i costi ammissibili:  

Documenti e Contributi

Di seguito i puntatori al documento di raccomandazioni ed a  contributi specifici già alla base dei testi proposti.

Proposte di azione e raccomandazioni

Qui puoi scaricare copia delle raccomandazioni in formato google.doc, oppure aprirle per commenti,  proposte di integrazioni e modifiche.

Raccomandazioni.docx

F. Marra: “Raccomandazioni relative al supporto, all’educazione e all’inclusione digitale delle persone fragili”

Appunti per una iniziativa in materia di sviluppo delle competenze digitali

G. Garbarini: “Appunti per una iniziativa in materia di sviluppo delle competenze digitali"

Sostenere la diffusione delle competenze digitali_DA_01

D. Astrologo: “Raccomandazioni per sostenere la diffusione delle competenze a livello locale”